Tra i consumatori si stanno sempre più diffondendo le alternative vegetali al latte vaccino, anche se hanno costi leggermete più alti. Cerchiamo di capire perchè e quale latte vegetale è più nutriente, sano, ecologista e versatile in cucina.
A sostenere la scelta di queste bevande vegetali sono essenzialmente tre motivazioni:
- una crescente diffidenza verso il latte vaccino, dovuta ai dubbi sull’utilizzo di ormoni e antibiotici negli allevamenti
- una scelta etico-ideologica, molte persone si stanno orientando ad una dieta più sostenibile e vegana
- una scelta salutista obbligata, quando ci sono allergie o intolleranze al latte vaccino
Il latte vegetale si può ricavare dai legumi – quello di soia è di gran lunga il più diffuso – ma anche dai cereali e dalle noci. Molte di queste bevande possono essere preparate in casa. Nelle ricette della grande distribuzione sono spesso aggiunti i nutrienti tipici del latte, come il calcio e le vitamine D e B12, che altrimenti sarebbero contenuti in quantità modeste. Nelle bevande derivate dai cereali possono essere aggiunti anche oli vegetali, tipicamente di girasole, per incrementare il contenuto di grassi.
Tutti i latti vegetali sono di gran lunga preferibili al latte vaccino (o di capra o pecora), ma, tra i latti vegetali, quello di soia sopravanza gli altri di diverse lunghezze. È il più nutriente e sano, il più ecologista (assieme a quello d’avena), il più versatile in cucina e il meno costoso.
Ambiente
Qualsiasi latte vegetale comporta un impatto ambientale molto minore del latte animale, per la sua produzione, visto che per nutrire gli animali “da latte” è necessario coltivare una quantità di cereali e leguminose estremamente più elevata rispetto a quella necessaria per produrre il latte vegetale.
- Emissioni di gas serra: il latte di mucca causa emissioni triple rispetto ai latti vegetali.
- Consumo di territorio: per la produzione di latte vaccino è 9 volte superiore.
- Impatto su acidificazione, eutrofizzazione e consumo d’acqua: quello del latte di mucca è 12 volte maggiore.
Salute e nutrizione
Dal punto di vista nutrizionale, tutti i latti vegetali hanno il vantaggio di essere privi di colesterolo e di lattosio (a cui l’adulto fisiologicamente risulta intollerante). Quelli addizionati con calcio (che sono sempre da preferire) ne contengono almeno la stessa quantità del latte vaccino.
I latti di cereali sono però molto più calorici rispetto a quello di soia e contengono molte meno proteine. In particolare:
- il latte di riso ha le stesse calorie del latte vaccino intero;
- quello di avena ha le stesse calorie del latte vaccino parzialmente scremato;
- quello di soia ha la metà delle calorie rispetto al latte vaccino intero e 2/3 rispetto a quello parzialmente scremato;
- il latte di soia contiene mediamente la stessa quantità di proteine del latte vaccino, ma ovviamente proteine più sane, in quanto vegetali;
- il latte di soia contiene isoflavoni, protettivi nei confronti dei tumori ormono-sensibili. Non è vero che queste sostanze rappresentino un rischio di interferenza ormonale: questo accadrebbe solo con quantità così elevate da non poter essere ricavate dalla dieta.
Invece nessun tipo di latte, vegetale o animale, è una buona fonte di vitamina D: essa viene solitamente aggiunta al latte (vaccino o vegetale), ma nella pratica si distribuisce in modo estremamente disomogeneo tra una confezione e l’altra e quindi la dose dichiarata in etichetta non corrisponde a quella effettivamente contenuta nel latte. Per questo, la vitamina D, quando non ricavata dal sole, va assunta da appositi integratori.
Fonte articolo: www.accademianutrizione.it, www.ilgiornaledelcibo.it
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